Le piccole cose

Siamo così abituati a vedere il mondo per come appare, a riconoscere le cose attraverso la loro forma abituale, che spesso dimentichiamo di osservarle davvero. La mia fotografia nasce dalla volontà di scardinare questa percezione automatica, di spostare il punto di vista per trasformare l’ordinario in qualcosa di nuovo, di inaspettato. Attraverso il bianco e nero, sottraggo il colore – il primo elemento che ci aiuta a identificare ciò che vediamo – e invito lo sguardo a soffermarsi sulle linee, sulle texture, sulle ombre e sulle tracce che il tempo lascia sugli oggetti e sugli spazi.

Mi interessa creare immagini che non si limitano a mostrare, ma che suggeriscono, che aprono varchi nell’immaginazione. Un dettaglio, isolato dal suo contesto, può diventare altro: una crepa in un muro può sembrare un paesaggio, una superficie consumata dal tempo può trasformarsi in una mappa sconosciuta. L’astrazione, in questo senso, non è un allontanamento dal reale, ma un invito a guardarlo con occhi nuovi, a reinterpretarlo, a chiedersi cosa si cela oltre ciò che diamo per scontato.

Con la fotografia esploro questa dimensione sospesa tra riconoscibile e indefinito, tra presenza e suggestione. Non cerco solo di catturare un’immagine, ma di creare un’esperienza visiva in cui lo spettatore possa perdersi, immaginare e attribuire nuovi significati a ciò che vede.