Memoria Remota

Questa serie fotografica nasce dall’esigenza di lavorare con materiale visivo già esistente, carico di una propria storia, per trasformarlo in una nuova immagine, fuori dal suo contesto e dal suo tempo: un collage di memorie. Ho recuperato alcune diapositive appartenenti a mio padre, datate 1988-89, tre anni prima della mia nascita. Sono fotografie a colori che ritraggono paesaggi e volti a me familiari, frammenti di un passato che mi precede ma che, in qualche modo, mi appartiene.

Ciò che mi affascina maggiormente è l’autenticità dell’oggetto fisico: ogni diapositiva porta su di sé i segni del tempo, con macchie di deterioramento e tracce d’usura che la rendono unica. Il tempo non si limita a segnare l’immagine, ma la trasforma, aggiungendo una nuova stratificazione alla sua storia.

Per realizzare questo lavoro, ho proiettato le diapositive su una parete bianca e ho indossato abiti dello stesso colore, creando un effetto di mimetismo. Il mio corpo si fonde con le immagini, rendendomi visibile e invisibile allo stesso tempo. Questo gioco di presenza e assenza si collega alla natura stessa delle diapositive: scattate poco prima della mia nascita, mi vedono quasi esistere, eppure non ancora. Lo stesso vale per i volti ritratti, alcuni dei quali appartengono a persone che oggi non ci sono più, evocando così un senso di distanza e di persistenza nel tempo.

Questa serie è un tentativo di ricostruzione della memoria personale, un modo per abitare un passato che non ho vissuto direttamente, ma che attraverso l’immagine posso rielaborare e rendere mio. Un nuovo ricordo, nato dall’incontro tra ciò che è stato e il mio sguardo presente.